Rigenerare gli spazi abbandonati urbani: un ponte tra passato e futuro
Ora più che mai, le città europee sono impegnate in un’imponente opera di rigenerazione urbana che mira a trasformare i “vuoti” spazi abbandonati cittadini in nuove opportunità di sviluppo e crescita. Questi spazi dismessi, spesso abbandonati e compromessi dal passare del tempo, includono caserme in rovina, vecchi scambi ferroviari e aree industriali in disuso. Il noto architetto Renzo Piano li ha definiti “buchi neri” e ha sottolineato l’importanza di rafforzare il tessuto urbano, facendo crescere le città dal loro interno e costruendo anche su strutture preesistenti.
Questo processo di rigenerazione urbana non solo implica il recupero e la riqualificazione degli edifici pubblici, ma anche la demolizione di strutture abusive, contribuendo alla creazione di nuovi spazi più funzionali e sostenibili. Si tratta di un impegno per trasformare spazi compromessi e spazi abbandonati in risorse vitali per la comunità e dare nuova vita al patrimonio urbano, rendendo le città più resilienti, efficienti ed in armonia con le nuove esigenze contemporanee.
Verso una vita urbana migliore: una sfida per il futuro
L’obiettivo primario del rinnovamento urbano è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini, una sfida urgente e necessaria. Le città, che attualmente occupano il 3% della superficie del pianeta ed ospitano il 55% della popolazione mondiale, sono responsabili di oltre il 70% del consumo energetico, dell’assorbimento delle risorse primarie e delle emissioni di carbonio. La situazione è destinata a diventare ancora più critica con l’aumento della popolazione urbana entro il 2050, una previsione che, secondo le Nazioni Unite, si aggira attorno al 70%.
Un esempio di risposta a questa sfida è quello della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, la quale ha promesso ai suoi cittadini una “città dei 15 minuti”, dove quasi ogni punto della città potrà essere raggiunto in questo breve lasso di tempo.
Numerosi altri leader hanno condiviso la visione e seguito l’approccio della politica francese, dimostrando un impegno crescente verso un futuro vivibile e sostenibile. La città di Milano, in seguito all’Expo 2015, ha già provveduto a rinnovare luoghi simbolici spazi abbandonati, come la Darsena sul Naviglio, ed ha annunciato diversi progetti futuri, tra cui la costruzione di un grattacielo per uffici di 22 piani al posto dell’ex Hotel Michelangelo in piazza Luigi di Savoia, struttura utilizzata durante la pandemia per la quarantena dei malati.
Rinnovamento urbano in Europa: non solo grandi città
Gli ambiziosi progetti che mirano a trasformare spazi abbandonati urbani obsoleti in nuovi quartieri vivaci e dinamici non illuminano solo le grandi metropoli; molti centri minori hanno, infatti, dimostrato che si tratta di un fenomeno globale ed inclusivo.
Un esempio significativo si trova ad Albertslund, in Danimarca, dove un ex carcere si sta trasformando in un moderno quartiere residenziale, mentre a Stockton, nel Regno Unito, è in corso la demolizione della strada principale del centro città, per lasciare spazio ad un suggestivo parco lungo il fiume. Analogamente, a Madrid il progetto Mercado Habitado è un perfetto esempio di come gli spazi sottoutilizzati possano essere riqualificati per soddisfare le esigenze della comunità, mentre a Firenze una fabbrica di sigari dismessa ha dato vita ad un vivace centro culturale e sociale, con laboratori e spazi di co-working.
In Italia, gli occhi sono puntati sulla città eterna, soprattutto in vista di eventi futuri come il Giubileo e la candidatura per Expo 2030. Il sindaco di Roma ha incluso la rigenerazione urbana come priorità nel suo programma elettorale, puntando al rinnovamento di aree come Cinecittà, San Lorenzo e gli scavi ferroviari di Tuscolana.
Rigenerazione urbana: investimenti per promuovere la coesione sociale
La “rigenerazione” è un concetto che guida le politiche di rinnovamento urbano in Europa, con un terzo delle risorse destinate al Next Generation EU. Tale impegno si riflette nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale prevede un finanziamento per i Comuni di 4,3 miliardi di euro nel periodo 2021-2026, con l’obiettivo di rinvigorire oltre 2.000 opere in 645 centri urbani. Questa tendenza italiana alla riqualificazione è evidenziata anche da una serie di eventi che si concentreranno sulla ridefinizione delle nostre città nelle prossime settimane.
Dall’11 al 19 giugno, ad esempio, si terrà a Roma il Festival dell’Architettura, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma e provincia in collaborazione con università, enti locali e organizzazioni sportive. Questa manifestazione si propone come una piattaforma dedicata alle trasformazioni sociali, oltre che urbane, offrendo uno spazio per esplorare come l’architettura possa contribuire alla crescita urbana, alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale.
Fonte: www.ilmessaggero.it
